Plüschow, dalla Cina a Londra in barba agli inglesi

Una vita avventurosa, per lo più sconosciuta, messa in ombra dai grandi piloti in Europa e dimenticato, forse perché colonialista, forse perché tedesco. Gunther Plüschow, nato a Monaco di Baviera nel 1886 era un anonimo ufficiale e pilota d’aereo al servizio dell’Impero Tedesco. Allo scoppio della guerra si trovava di stanza in uno dei lembi più lontani dal cuore tedesco, nella colonia tedesca di Tsingtao, una lontana città e penisola in Cina in possesso della Germania (ai tempi la Cina aveva ceduto numerosissime basi, città, territori e quartieri alle potenze straniere, delle vere e proprie colonie spesso). Fortificata e ben difesa, la sua lontananza dalla madrepatria e il numero maggiore degli avversari tuttavia metteva in difficoltà la condizione della piccola colonia. 23.000 giapponesi e 1.500 britannici con le proprie dieci navi diedero così assalto al forte difeso da 3.650 tedeschi delle truppe coloniali Schutztruppe dell’ammiraglio Alfred Meyer-Waldeck, 100 cinesi e 324 marinai dell’Austria-Ungheria, anch’essa presente in Cina in altre città, più 6 navi. I tedeschi contavano inoltre su un solo aereo, quello di Plüschow, il quale riuscì ad abbattere un aereo giapponese usando solo una pistola. Stante la situazione il governatore li chiese di volare sino in Germania portando con sé i documenti. Dopo 250 km l’aereo non era in grado di proseguire, così iniziò l’avvincente fuga dell’ufficiale tedesco in giunca e in risciò sino a Nanchino (grazie alla copertura dei cinesi, tutto sommato amici dei tedeschi in quel periodo), poi in treno sino a Shanghai e in nave verso Nagasaki (Giappone) e San Francisco (USA). Attraversò gli States sino a New York dove si imbarcò verso l’Italia. La nave tuttavia fu fermata a Gibilterra, dove fu riconosciuto e arrestato. Riuscì a scappare da Londra, dove era stato portato, nascondendosi nel British Museum, prima di imbarcarsi per l’Olanda. Raggiunta la Germania (l’unico nella storia ad essere sfuggito dalla prigionia in Inghilterra) nonostante gli iniziali timori che fosse una spia, fu decorato come eroe, fu messo al comando delle forze tedesche a Libau, in Lettonia. Con la resa della Germania, l’ufficiale trovò lavoro su una nave a vela, l’anglo-americana Parma, dove cominciò la sua vita avventurosa nelle Americhe sulla tratta della Patagonia e della Terra del Fuoco a bordi di aerei al servizio dell’Argentina. Morì nel 1933 a seguito di un incidente, ricordato come un eroe tutt’ora in Argentina e dando il proprio nome ad un ghiacciaio.