Le avventure d’oltremare dell’Impero di Russia

Il Dinosauro
3 min readApr 1, 2020

Oggi parleremo di alcuni tentativi di espansione coloniale della Russia. L’impero seguì sostanzialmente quattro direzioni, una verso l’Asia Centrale, una verso la Cina, una verso l’America passando per l’Alaska e una verso l’Europa. In questo frangente non ci occuperemo di queste direzioni (se vorrete parleremo in altra occasione della Repubblica delle Sette Isole Unite nel Mar Ionio, sotto influenza russa, e di Cattaro, occupata dall’ammiraglio Dmitrij Nikolaevič Senjavin dal 1806 al 1807) ma di due tentativo “d’oltre-oceano”, nel Pacifico e in Africa. Nel 1815 ad esempio i russi approdarono su Kauai, un’isola dell’Oceano Pacifico parte dell’arcipelago delle Hawaii. L’isola era ancora indipendente, ma assediata dal regno delle Hawaii, che ne otterrà il controllo. Tuttavia l’ultimo re dell’isola, Kaumuali’i, cercò il sostegno dei russi contro gli hawaiani. Dal 1815 al 1818 pertanto la Compagnia russo-americana ottenne il controllo dell’isola, costruendo ad esempio nel 1817 Fort Elizabeth e una chiesa ortodossa, grazie al sostegno di Georg Anton Schäffer, Ivan Kruzenstern e Yurij Lisianskij. Tuttavia, a seguito del disinteresse dello Zar Alessandro, l’isola fu abbandonata dai russi, passando nel 1824 sotto il regno delle Hawaii.

Se i primi tentavi di espansione d’oltremare si accompagnarono alla spinta post-napoleonica e verso l’America, come abbiamo raccontato sull’espansione presso le Hawaii, durante la corsa per “il posto al sole” in Africa la Russia restava geograficamente esclusa. Se la Russia poteva risultare vantaggiata a ridosso dell’Asia Centrale e della Cina, il raggiungimento dell’Africa avrebbe comportato la circumnavigazione dell’Asia o il passaggio per l’Oceano Artico e l’Europa o lo Stretto dei Dardanelli, in mano turca, e quindi nel Mediterraneo. In qualsiasi direzione tuttavia l’operazione si mostrava proibitiva e troppo distante. Tuttavia nel 1889 un avventuriero russo tentò di coronare il sogno russo in Africa. Ne fu protagonista Nikolai Aschinow, il quale sbarcò presso Sagallo, nella zona a nord del Golfo di Tagiura, presso il Gibuti. L’area era allora conosciuta come Somalia Francese, per differenziarsi dalla Somalia Britannica e dalla Somalia Italiana (attuale Somalia) e confinava con la colonia dell’Eritrea Italiana. Infatti dopo un tentativo egiziano (prima che risultasse sottomesso al Regno Unito) furono i francesi a penetrare nell’area, con l’obbiettivo di conquistare territori in direzione Est-Ovest, ovvero unendo tutti i territori dal Senegal al Gibuti. L’esploratore russo giunse tuttavia sul posto con 200 persone, tra cui donne, bambini e sacerdoti ortodossi (tra cui tale monaco Paisi). La piccola colonia venne così fondata a gennaio col nome di “Nuova Mosca”, come punto di partenza per espandere il colonialismo russo nel continente. La Francia pretese la restituzione della colonia mentre l’Italia accusava i cugini di voler bloccare l’espansione italiana nell’area. Già verso la fine di febbraio il governo russo prese le distanze non appoggiando l’impresa, mentre la flotta francese prese a bombardare la colonia, sterminandone la popolazione. I sopravvissuti furono rimpatriati, con Aschinow in catene, poi liberato.

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