Esplorazioni romane oltre il Sahara
Si suol dire che i romani definissero l’area sotto le proprie province africane come una zona in cui “hic sunt leones”. Tuttavia Roma tentò una serie di spedizioni ed esplorazioni oltre il deserto del Sahara. Allo scopo di carpire informazioni sulle vie carovaniere nel deserto, scoprire fonti d’acqua e le origini dei fiumi e mappare il territorio dei nemici di Numidia e dei popoli nomadi partirono per tanto una serie di esplorazioni, la cui prima si tenne già nel 19 a.C. sotto Lucio Cornelio Balbo verso il fiume Niger, tornando poi sano e salvo in trionfo. Nel 41 d.C. Gaio Svetonio Paolino, che in futuro in Britannia sopprimerà la rivolta di Boudicca, conquistò Mauretania Tingitana, ovvero l’attuale nord del Marocco, proseguendo verso sud sino al fiume Niger. Nel 70 d.C. sarà la volta di Valerio Festo, in guerra con i Garamanti, percorrendo il percorso già intrapreso da Balbo partendo da Sabratha verso il Niger, giungendo a Timbuctu. Nel 76 d.C. invece Settimo Flacco puntò verso il lago Ciad per scoprire il mondo dei Pigmei, intenzionato a stanziare una legione presso il “Lago degli Ippopotami” nella “Terra dei Rinoceronti”, sempre con l’intento di punire i Garamanti per aver assalito Leptis Magna, attuale Libia. Nel 90 d.C. infine sarà la volta di Giulio Materno, che assieme ai Garamanti organizzò una spedizione sul Ciad, salvo arrivare sino all’attuale Repubblica Centroafricana. Queste spedizioni leggendarie nel mentre si accompagnarono alla grande spedizione volta a raggiungere le leggendarie sorgenti del Nilo tra il 62 e il 67 d.C. I legionari, per volere di Nerone e come raccontato da Seneca e Plinio il Vecchio, partirono dalla zona a nord del Sudan, parte dell’Egitto romano, procedendo verso il Nilo Blu e il Nilo Bianco, percorrendo quest’ultimo verso probabilmente l’Uganda.
